Una storia di evoluzione digitale, non di rivoluzione
Il settore tecnologico, in virtù del suo DNA, aveva un vantaggio connaturato nella corsa al digitale. Se per alcune aziende la pandemia è stata il principale motore che ha dato il via a cambiamenti rivoluzionari del modo di lavorare e ha determinato l'urgenza di adottare programmi di digital transformation, per i settori CMT il digitale è una storia di evoluzione.
Nate Phelps, Head of People Transformation and Operations presso Criteo, una tech company multinazionale, ha descritto i vantaggi derivanti dall'essere un'impresa nativa digitale quando ci si trova di fronte a sconvolgimenti inaspettati, come la crisi provocata dal COVID-19.
"Penso che, in quanto azienda tecnologica, siamo molto fortunati perché siamo in grado di adattarci rapidamente ai cambiamenti, sia a livello operativo sia a livello mentale. I nostri team si adattano ed evolvono costantemente ai cambiamenti che la tecnologia porta con sé. Questo ci ha aiutato molto a passare a un nuovo modo di lavorare", afferma Nate.
L'emergenza COVID-19 ha costretto molti settori ad adottare il digitale in tutta fretta, sia dal punto di vista operativo sia per la gestione del personale. Ma le tech company come Criteo, tra le prime ad adottare il lavoro in remoto, hanno avuto meno difficoltà ad affrontare gli sconvolgimenti prodotti dalla pandemia. "Se guardo ai cambiamenti che abbiamo affrontato in Criteo negli ultimi 18 mesi, in termini di approccio al lavoro, vedo più un'evoluzione che una rivoluzione", afferma Phelps.
Patrice Lesko, Head of Systems and Strategic Projects per FREE NOW, cliente di Workday e azienda di mobilità della gig economy con un approccio digital-first, è d'accordo con Phelps. "I nostri dipendenti sono davvero il nostro cliente interno più importante. E per noi non ha grande importanza dove si trovino. Ci consideriamo una grande famiglia sparsa in tutta Europa. Per questo, i cambiamenti dell'ultimo anno non hanno avuto un grande impatto su di noi", afferma.