La pandemia di COVID-19 ha lasciato il segno su aziende e dipendenti di tutto il mondo e se vogliamo fare previsioni per il futuro dobbiamo guardare l'impatto che gli ultimi 18 mesi hanno avuto sull'employee engagement. Per ricominciare a lavorare su basi solide che assicurino un successo continuativo, i responsabili aziendali devono mettere a punto un piano che faccia evolvere l'employee experience.
Tale piano deve prendere atto che sussiste un elevato rischio di dimissioni volontarie in numerosi settori, e che in alcuni le sfide sono più marcate che in altri. È solo procurandosi una fotografia accurata e aggiornata dello stato d'animo dei dipendenti che si possono prendere i provvedimenti necessari per trattenere i talenti migliori e adottare un approccio agile alla gestione delle risorse umane.
Il nostro ultimo report intitolato "La grande rinascita: analisi del rischio di turnover per settore e area geografica" identifica i settori dove il numero di dipendenti a elevato rischio di abbandono è più alto. Il report è basato su un campione di oltre 1 milione di dipendenti di 250 aziende sparse in tutto il mondo.
Settori col maggior rischio di abbandono
Un dipendente su quattro al mondo dà segnali di rischio elevato di voler abbandonare il posto di lavoro, dove per "rischio elevato" si intende una probabilità di abbandono superiore al 50%. Il rischio può andare da poco sopra la media a molto elevato ed è influenzato da una serie di fattori, tra cui engagement, anzianità e propensione a rispondere ai sondaggi.
Tra tutti i settori che Workday Peakon Employee Voice ha analizzato e raffrontato, è quello tecnologico a mostrare la maggiore percentuale di dipendenti a elevato rischio di abbandono, con un dato che si attesta al 43%. La ragione è da attribuirsi in gran parte al desiderio crescente dei dipendenti di usufruire del lavoro agile.
A mostrare un rischio elevato di turnover sono pure molti settori in cui si lavora a contatto diretto con il pubblico, tra cui l'istruzione superiore, l'healthcare, il retail e i beni di consumo. Molte aziende che operano in questi settori sono alle prese con livelli elevati di burnout dovuti alla pandemia, e stanno anche subendo gli effetti della "Great Resignation", l'ondata di dimissioni di massa.
Ripensare l'employee experience per tutti
Al di fuori dei settori a diretto contatto col pubblico, molte realtà si trovano ad affrontare un elevato rischio di abbandono a causa delle nuove aspettative dei dipendenti in merito alle modalità di lavoro. Tra queste realtà figurano le società di servizi professionali e finanziari e il settore Life Sciences.
I dipendenti, consapevoli che lo smart working e altre modalità di lavoro agile sono possibili ma non necessariamente applicate, hanno iniziato a chiedersi come potrebbe migliorare l'employee experience e non hanno più timore a esprimere apertamente le loro opinioni in merito.
In alcuni settori, come quello dell'energia, dei servizi pubblici e dell'industria, le nuove aspettative dei dipendenti riguardano la crescita e lo sviluppo professionale. Molte aziende attive in questi settori stanno affrontando una transizione verso tecnologie più sostenibili e automatizzate, per cui nell'ambito dell'employee experience è importante dare priorità alla formazione continua e alla pianificazione dello sviluppo professionale.