Focus sull'employee experience: il punto di vista di un CIO

Mai prima d'ora il lavoro è stato tanto remoto, decentralizzato e digitale e le aziende sono costrette a disputarsi i talenti migliori in un contesto fortemente concorrenziale. Penelope Prett, CIO di Accenture, ha condiviso con noi alcune considerazioni sul ruolo che riveste la tecnologia nella creazione di un nuovo modello di employee experience vivace e sempre stimolante per i dipendenti.

Diciamoci la verità: le dimissioni in massa sono un fenomeno concreto. Quest'estate il World Economic Forum ha reso noto che almeno il 40% dei dipendenti di tutti i settori era intenzionato a lasciare il proprio posto di lavoro entro 3-6 mesi, e molti di loro stanno passando ai fatti. Ciò che colpisce è che il 36% di chi si è dimesso non aveva un'altra prospettiva lavorativa.

Negli USA, a partire da aprile 2021 sono stati 19 milioni i lavoratori che si sono licenziati, con un picco di 4,3 milioni nel solo agosto 2021. Nel Regno Unito, in agosto, per la prima volta i posti vacanti hanno superato 1 milione. Gli studi indicano che 1 dipendente su 4 sta pensando di cambiare occupazione. E anche in altre parti del mondo, la musica è la stessa. È evidente che le aziende hanno commesso un errore di qualche tipo. Ma come rettificarlo?

In occasione dell'evento virtuale di Workday "Conversations for a Changing World" Penelope Prett, CIO di Accenture, ha condiviso con noi alcune considerazioni su come le aziende possano attirare i talenti migliori e motivarli a restare progettando un'employee experience totalmente rinnovata.

La nuova frontiera dell'employee experience

Prett ha illustrato come tecnologie quali la realtà virtuale svolgano un ruolo centrale nella nuova employee experience di Accenture, dove l'assenza di confini e complicazioni sta facendo nascere l'ambiente di lavoro del futuro.

"Quando si adottano queste funzionalità, l'aspetto cruciale da considerare per coinvolgere il personale, promuovere la soddisfazione e migliorare la produttività, riguarda la gestione del cambiamento."

Penelope Prett Chief Information Officer Accenture

Accenture ha adottato la realtà virtuale per la selezione del personale e l'onboarding dei dipendenti. Stando a Prett, le versioni virtuali degli uffici fisici offrono un'esperienza assai vicina alla realtà. "I nostri dipendenti continuano a vivere l'esperienza di lavorare in ufficio pur relazionandosi con i colleghi in un ambiente virtuale," spiega.

Prett sottolinea l'importanza di definire le politiche giuste, e in fretta, per dotarsi delle tecnologie che possono davvero fare la differenza nell'attrarre i talenti migliori.

"Quando adottiamo una tecnologia che crediamo possa rivoluzionare l'employee experience, dedichiamo meno tempo al ROI e più a imporci come leader nell'uso di quella data funzionalità per creare engagement nel personale." 

Per quanto Prett ritenga che vada assolutamente dedicato tempo all'attività di analisi per stabilire correttamente le priorità, le aziende devono anche trovare il giusto equilibrio. "Se ci dedichi troppo tempo, resterai indietro rispetto alla concorrenza," avverte. 

Il vento del cambiamento

Per molte aziende il lavoro si è fatto remoto, decentralizzato e digitale come non mai. Il "luogo di lavoro" è per loro più uno stato mentale che un luogo fisico, e la vecchia prassi di timbrare il cartellino dalle 9 alle 17 è un ricordo del passato. Il lavoro ibrido è il futuro e i dati lo confermano.

Per contrastare le dimissioni di massa e venire davvero incontro ai dipendenti, le aziende devono innanzitutto imparare a capirli.

Secondo lo studio di Accenture "Future of Work: Productive Anywhere", l'83% dei dipendenti di tutti i settori ha espresso la volontà di avere un'esperienza lavorativa ibrida, in cui il tempo trascorso in ufficio vada dal 25% al 75%. A conferma della tendenza, il report sulle aspettative dei dipendenti di Workday ha rilevato che il personale che opera in modalità ibrida si dimostra più coinvolto nel lavoro rispetto ai colleghi in sede. La trasformazione è iniziata, ma che cosa devono considerare le aziende prima di adottare nuove tecnologie per ottimizzare l'esperienza di lavoro ibrida?

"Quando si adottano queste funzionalità, l'aspetto cruciale da considerare per coinvolgere il personale, promuovere la soddisfazione e migliorare la produttività, riguarda la gestione del cambiamento" dichiara Prett.

Prett ammonisce peraltro le aziende di non farsi trascinare dall'entusiasmo verso queste tecnologie. Il suo consiglio è che i dirigenti si occupino di formare adeguatamente il personale sull'uso di questi strumenti. 

"Esorto chiunque stia sperimentando queste tecnologie a riflettere un attimo sugli aspetti di gestione del cambiamento che comporta la loro adozione, in modo da non fare errori in questo senso." 

Il ruolo del CdA

Le sfide e le opportunità generate dalla pandemia hanno indotto i membri dei Consigli di Amministrazione ad adottare nuove modalità di collaborazione e a potenziare le sinergie. I CIO e i CHRO, per esempio, ora lavorano a stretto contatto come non mai per affrontare le nuove questioni che riguardano le risorse umane, come il lavoro da remoto. Prett racconta il suo rapporto in qualità di CIO con Ellyn Shook, CHRO presso Accenture, e il ruolo determinante che ha questa collaborazione nel plasmare il futuro del lavoro presso l'azienda.

"Ellyn ci costringe a tenere gli occhi puntati sul futuro. Avere uno sponsor come lei in qualsiasi ambito, non solo HR, è di fondamentale importanza. Queste figure ci spingono a considerare gli obiettivi che ci poniamo adottando le tecnologie e a superarli per realizzare quegli stessi obiettivi: offrire ai nostri dipendenti alternative e scelte."

Prett è convinta che i dipendenti oggi nutrano aspettative più elevate e siano più consapevoli rispetto all'employee experience che vogliono. A tal fine, sottolinea l'importanza che il CIO e il CHRO lavorino a stretto contatto per offrire un'esperienza omnicanale che assicuri livelli di soddisfazione elevati da tutti i punti di vista.

"Una volta, il reparto IT la faceva da padrone perché c'era un solo tipo di tecnologia e l'alternativa era prendere o lasciare. Oggi invece c'è molta scelta e il personale sa muoversi intuitivamente in questi ambienti e ha un'idea precisa di come deve essere un'esperienza semplificata." 

Non solo affari: mettiamola sul personale

L'esodo di massa dei lavoratori è stato un duro colpo per le aziende. Le ha colte quasi tutte di sorpresa. Per contrastare le dimissioni di massa e venire davvero incontro ai dipendenti, le aziende devono innanzitutto imparare a capirli. La soddisfazione professionale o un ottimo pacchetto retributivo non bastano più a trattenere i talenti. I dipendenti vogliono qualcosa in più. 

Le sfide e le opportunità generate dalla pandemia hanno indotto i membri dei Consigli di Amministrazione ad adottare nuove modalità di collaborazione e a creare nuove sinergie.

Vogliono fare un lavoro che li motivi. Vogliono che si investa nel lato umano del lavoro. Vogliono rapporti interpersonali di qualità con colleghi e superiori e vogliono scoprire un'identità condivisa. E vogliono anche un management team che dia prova di empatia e sensibilità.

Prett offre alcuni consigli alle aziende che intendono potenziare l'employee experience. 

"Ritengo occorra soprattutto tenere a mente che i dipendenti hanno una vita privata, oltre a quella professionale. Cercano la quadratura del cerchio, come tutti noi del resto. Il nostro obiettivo principale è fornire loro un'esperienza assolutamente intuitiva, senza confini e senza complicazioni, che accresca la produttività e li metta in grado di interagire con i clienti nel modo che preferiscono."

Un'employee experience innovativa, fondata su tecnologie all'avanguardia, è costruita attorno al dipendente e tiene conto del benessere emotivo e sociale e della salute mentale delle persone. Tutto ciò, unito al tema di diversity e inclusione, può rivelarsi un elisir potente in grado di trasformare l'esodo della forza lavoro in capacità di attrazione per le aziende.

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