Learning e talent mobility: elementi essenziali per le aziende di oggi

Secondo il report "2019 Deloitte Global Human Capital Trends", il motivo principale che spinge i dipendenti a dare le dimissioni è l'impossibilità di imparare e crescere. Ecco cosa stanno facendo a riguardo i responsabili HR e le loro aziende.

Appena dieci anni fa erano in pochi a lavorare con responsabili dell'employee experience, direttori della formazione e dello sviluppo organizzativo o vice presidenti dell'impatto globale e dell'employee life. Questi ruoli, oggi fondamentali, allora erano molto rari, a dimostrazione del fatto che il mondo del lavoro sta cambiando velocemente. 

Il sondaggio "2019 Deloitte Global Human Capital Trends" di Deloitte ha coinvolto quasi 10.000 intervistati in 119 paesi diversi per fare luce sui cambiamenti del mondo del lavoro e sull'affermazione di un nuovo approccio al lavoro, al recruiting, alle assunzioni e alla retention nonché all'uso della tecnologia. Dal report emergono 10 trend di cui le aziende devono tenere conto per vincere queste sfide. In questo post verranno analizzati due trend legati al learning e alla talent mobility, elementi centrali per i responsabili HR.

Lifelong learning

Secondo gli intervistati del report di Deloitte, il motivo principale per cui i dipendenti danno le dimissioni è "l'impossibilità di imparare e crescere". Ne consegue, quindi, che il trend più importante del 2019 è un nuovo approccio alla formazione dei dipendenti (l'86% degli intervistati giudica questo aspetto importante o molto importante). 

Jaime Fall, direttore di UpSkill America dell'Aspen Institute, conferma che "secondo numerosi sondaggi, se i millennial e i lavoratori della Generazione Z ritengono che i loro datori di lavoro non stiano investendo nella loro formazione o nel loro sviluppo, danno le dimissioni".

Puntare alla formazione continua ha un altro vantaggio per le aziende. Come afferma il Chief People Officer di Workday Ashley Goldsmith, "i progressi tecnologici continueranno a rivoluzionare il nostro approccio ai talenti e all'organizzazione della forza lavoro. Sarà quindi responsabilità dell'HR fare in modo che i lavoratori acquisiscano le skill necessarie per rendere le organizzazioni agili, efficienti e preparate ad affrontare le sfide future". 

Disporre delle competenze adeguate è fondamentale. Deloitte cita infatti un recente report del World Economic Forum secondo il quale il 54% di tutti i dipendenti "avrà bisogno di riqualificarsi entro i prossimi tre anni". Come stanno affrontando queste sfide i responsabili HR? Dal sondaggio di Deloitte emerge che:

  • L'84% delle aziende intervistate sta aumentando i propri investimenti in programmi di reskilling e il 53% afferma che aumenterebbe questo budget del 6% o più.
  • Il 77% sta potenziando i team di formazione, rendendo così il learning il secondo ruolo in più rapida crescita nelle HR.

Le aziende che investono in un organico agile in costante apprendimento saranno più preparate a far fronte al cambiamento e potranno raggiungere i loro obiettivi di crescita. Tuttavia, è possibile fare di più. Altre ricerche confermano l'importanza della riqualificazione. Il nostro studio globale, "Agilità organizzativa: la chiave per guidare la crescita digitale", ha evidenziato che nelle maggiori aziende, in termini di crescita del fatturato legato al digitale e secondo i cinque attributi che certificano l'agilità organizzativa, le probabilità di organizzare una riqualificazione che coinvolga più del 75% della forza lavoro sono quattro volte superiori rispetto alle aziende meno agili. 

I leader più lungimiranti comprendono l'importanza di queste cifre. Feon Ang, vicepresidente di Talent and Learning Solutions per l'Asia Pacifico, presso LinkedIn, ha affermato in un articolo pubblicato su MarketWatch che, per stare al passo con una forza lavoro in rapida trasformazione, le aziende devono adottare e coltivare una cultura basata sulla formazione.

Talent mobility: quando i talenti sono già in azienda

La guerra per accaparrarsi i migliori talenti è sempre stata una delle sfide più importanti per i responsabili HR, ma le strategie di ricerca e retention sono cambiate. A volte, i candidati migliori lavorano già nella tua azienda e dal report Deloitte emerge l'idea di passare alla mobilità interna come "un'evoluzione naturale e normale".

Infatti, supportare la mobilità interna comporta dei vantaggi sia per i dipendenti sia per le aziende. I dipendenti possono continuare a sentirsi stimolati e coinvolti nel proprio lavoro, acquisire nuove competenze, colmare gli skill gap a livello organizzativo e puntare verso obiettivi di carriera più ampi. La mobilità interna sarebbe favorita anche dall'espansione del business, compresa la globalizzazione, e dal passaggio di molte aziende verso modelli organizzativi più flat. Di conseguenza, diventa necessario assegnare ai dipendenti ruoli o progetti diversi o trasferirli in sedi diverse. 

Secondo il report di Deloitte, il motivo principale per cui i dipendenti danno le dimissioni è "l'impossibilità di imparare e crescere".

Esistono importanti motivi di business che fanno della mobilità interna dei talenti una priorità per le aziende. Quando Deloitte ha esaminato le aziende a crescita più rapida, ossia quelle che crescono del 10% e oltre all'anno, ha scoperto che "presentano il doppio delle probabilità di avere in atto eccellenti programmi di mobilità dei talenti rispetto alle aziende in stallo e più del triplo delle probabilità rispetto alle aziende in perdita".

Eppure più del 50% degli intervistati di quest'anno ha risposto a Deloitte che "è più facile per i dipendenti trovare un lavoro al di fuori della loro azienda piuttosto che all'interno". Anche se il report ha sottolineato l'importanza della mobilità interna, è difficile agire in modo efficiente. Solo il 6% degli intervistati si è definito "eccellente" nello spostare i talenti interni da un ruolo all'altro; il 59% considera la propria abilità in questo ambito "sufficiente o inadeguata".

Secondo la ricerca, i motivi per cui le aziende trovano questo compito così impegnativo sono numerosi:

  • Le aziende non dispongono dei processi adeguati a identificare i candidati interni.
  • Con un'organizzazione suddivisa in compartimenti stagni è difficile per manager e dipendenti guardare oltre i propri gruppi e trovare i ruoli giusti per i candidati giusti.
  • La tecnologia e i sistemi in uso non favoriscono la mobilità interna.
  • Di solito non esistono incentivi per le assunzioni interne e la cultura aziendale non promuove la condivisione dei talenti.

Investire nella mobilità interna può aiutare i datori di lavoro a trovare talenti da spostare in nuove posizioni, creare maggiori opportunità di crescita per i dipendenti e sviluppare leader futuri. Cristina Goldt, vicepresidente di HCM products presso Workday, spiega che per farlo le aziende devono abituarsi a usare un marketplace dei talenti che mobilizzi i dipendenti esistenti e favorisca la mobilità interna. 

"Guardare all'interno", secondo il report, "può fare la differenza tra lottare per rimanere a galla e avere successo."

Sei pronto per il nuovo mondo del lavoro?

Il mondo del lavoro sta attraversando un'evoluzione senza precedenti. Per evolvere e avere successo in questo nuovo mondo del lavoro, le aziende non devono sedersi sugli allori. Se le aziende riusciranno a mettere in discussione il passato, ad accogliere i cambiamenti apportati dall'innovazione tecnologica e a mettere la crescita professionale e il coinvolgimento dei dipendenti al centro della propria attività, potranno creare un futuro migliore per il mondo del lavoro.

Per ulteriori approfondimenti sui trend qui evidenziati e per conoscere altri trend della ricerca di Deloitte, consulta il nostro white paper "Strategie per gestire la forza lavoro del futuro".

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