Quando discutiamo di retention dei talenti, generalmente lo facciamo da una prospettiva più ampia: la gestione dei talenti In parole povere, la gestione dei talenti è il processo di assunzione, sviluppo e fidelizzazione della forza lavoro volto a garantire che rimanga competitiva e professionalmente soddisfatta in ogni fase del suo percorso interno. I quattro fattori trainanti per la fidelizzazione dei talenti possono quindi essere considerati come i fattori che hanno l'impatto maggiore sui dipendenti in ciascuna fase di questo ciclo di vita. Contemporaneamente, spiegheremo come monitorare e gestire il coinvolgimento può aiutare in ciascuno dei casi.
1. Riconoscimento e ricompensa
Senza un opportuno riconoscimento o la consapevolezza del potenziale di aumento della ricompensa, trattenere i dipendenti sarà sempre difficile. La base della proposta di valore per i dipendenti prevede che il lavoratore svolga le proprie mansioni in cambio di una retribuzione e di benefit. Se una parte di questo accordo non viene rispettata, è facile che smetta di esserlo anche l'altra.
Il riconoscimento e la ricompensa possono assumere forme diverse: una semplice retribuzione oppure l'opportunità di nominare membri del proprio team e altri colleghi per un riconoscimento. I dipendenti non vogliono semplicemente essere pagati di più, vogliono sentirsi membri apprezzati del team, con un occhio all'impatto tangibile che hanno sul successo aziendale. Se il riconoscimento arriva solo attraverso lo stipendio, è probabile che i dipendenti si sentiranno ancora sottovalutati. Negli incontri del team e nelle riunioni aziendali, lascia spazio al riconoscimento dei successi individuali.
Poiché può essere difficile parlare di stipendi e riconoscimenti, i sondaggi di employee engagement sono molto importanti. Non solo le domande automatiche evitano il potenziale imbarazzo di una domanda diretta da parte del team leader, ma consentono anche ai dipendenti di esprimersi in uno spazio riservato e privo di giudizi. Inoltre, consentono alle persone in posizioni più alte di avere una visibilità che altrimenti potrebbero non avere, aumentando la probabilità che vengano intraprese delle azioni significative.
2. Equilibrio vita-lavoro
Se c'è un argomento che è diventato decisamente più presente in conseguenza allo smart working durante la pandemia, è l'equilibrio tra lavoro e vita privata. Uno studio di Buffer del 2021 sul lavoro da remoto ha rivelato che il 96% di coloro che hanno cominciato a lavorare da remoto a seguito del COVID-19 vorrebbero lavorare da remoto (almeno parte del tempo) per il resto della propria vita professionale. Quella cifra corrispondeva al 99% per coloro che avevano lavorato da remoto nel 2019. Non solo le persone hanno riesaminato i propri valori personali e professionali a fronte di un periodo di incertezza globale, ma molti hanno anche sperimentato i vantaggi del lavoro da casa per la prima volta. Questo cambiamento di mentalità rimarrà.
Ciò che questo cambiamento nei comportamenti lavorativi ha messo in dubbio, è l'idea che i dipendenti debbano essere in loco per essere produttivi o che la cultura aziendale in qualche modo venga diluita quando i dipendenti assumono un approccio flessibile rispetto al lavoro. Molti dipendenti hanno visto che non devono più essere vincolati dalle ore di una settimana lavorativa tradizionale, specialmente quando ciò comporta lunghi spostamenti e la separazione dalla vita domestica e dalla famiglia. Le aziende che vincolano la vita lavorativa dei propri dipendenti senza una valida giustificazione rischiano di alienare gli attuali dipendenti e di dissuadere quelli potenziali.
Ancora una volta, un sondaggio sull'employee engagement può aiutare a chiarire esattamente ciò che i tuoi dipendenti vogliono, fornendoti una migliore panoramica delle diverse necessità in tutta l'azienda. Forse un team specifico lavora meglio in presenza, mentre un altro, diviso tra diversi paesi, non ha la necessità di recarsi in ufficio. Se non chiedi ai tuoi dipendenti cosa pensano del lavoro da remoto e dei propri orari lavorativi, la tua strategia sarà basata solo su congetture.
3. Crescita professionale
La mancanza di crescita professionale è una delle correlazioni più forti a un elevato turnover. Il "Report sulle aspettative dei dipendenti del 2022" di Workday ha rilevato che i commenti relativi alla crescita rappresentano l'8% di tutti i commenti dei dipendenti nel 2021, con un aumento del 2% rispetto al 2020. Se i dipendenti non vedono un percorso futuro per sé stessi nella tua azienda, probabilmente cominceranno a considerare il loro attuale lavoro come inutile e senza sbocchi. Questa frustrazione comporta un'ulteriore perdita di coinvolgimento, il che, a sua volta, spinge i dipendenti a cercare opportunità altrove. Se credi nei tuoi dipendenti, devi mostrare loro che hanno un futuro nella tua azienda.
Se da un lato le promozioni sono una componente inevitabile della crescita professionale e dei piani di sviluppo, puoi fare molto di più per far sentire i tuoi dipendenti apprezzati. La crescita professionale può assumere molte forme diverse, dall'acquisizione di nuove skill da parte di un dipendente per aumentare le proprie responsabilità nel ruolo attuale fino all'opportunità di collaborazione tra reparti. Ai fini della retention, la soddisfazione lavorativa è molto più importante rispetto a una potenziale promozione futura. Assicurati quindi che i tuoi dipendenti si sentano soddisfatti, stimolati e ascoltati nel loro lavoro quotidiano.
La maniera migliore di scoprire cosa si aspetta un dipendente dalla propria crescita professionale è semplicemente chiedere. In Workday, crediamo che i dipendenti debbano sempre tenere le redini della propria crescita professionale, ma devono comunque avere l'opportunità di esprimere le proprie aspirazioni di carriera. Una piattaforma di employee engagement confidenziale non solo permette ai dipendenti di esprimersi su necessità specifiche che potrebbero non osare comunicare direttamente al team leader – come, ad esempio, training e formazione che potrebbero portare a un cambio di reparto – ma consente anche ai manager di controllare chi è a proprio agio con il carico di lavoro esistente e chi è alla ricerca di un avanzamento.
4. Appartenenza e diversity
Tutti meritano di lavorare in un'azienda verso cui provano un senso di appartenenza. Uno studio di McKinsey ha rilevato che il 26% delle donne che percepivano sé stesse come le uniche rappresentanti di un gruppo demografico stavano pensando di lasciare il lavoro, rispetto al 17% delle donne che erano maggiormente rappresentate. Se i dipendenti non si sentono a proprio agio e ben rappresentati al lavoro, probabilmente non rimarranno a lungo.
La creazione di un'azienda veramente diversificata richiede una comprensione dei diversi tipi di diversity nel luogo di lavoro. Le tue iniziative di diversity saranno efficaci solo se lo sono i dati che hai raccolto. Fornendo più opzioni per le dichiarazioni spontanee, otterrai delle metriche più variegate e indicherai intuitivamente ai dipendenti che tutti gli aspetti del loro background contano. Senza un approccio intersezionale, le persone provenienti da background sottorappresentati possono avere la sensazione che la loro identità sia limitata a una categoria restrittiva.
I vantaggi di una cultura aziendale che mette al centro appartenenza e diversity sono molteplici, ma gli impatti sul coinvolgimento sono particolarmente notevoli. Non solo un senso di appartenenza aumenta la sicurezza psicologica tra i dipendenti, incoraggiandoli ad esprimersi e a fornire feedback più spesso, ma consolida anche il rapporto dei dipendenti con l'intera azienda, migliorando il loro coinvolgimento complessivo nel posto di lavoro. Il valore di un ambiente di lavoro sinceramente inclusivo non può essere ribadito abbastanza quando si tratta di retention.